Per capire come è cambiata l’assegnazione dei Dischi d’Oro e di Platino è necessario comprendere il meccanismo che ne regola la certificazione. Questa dipende esclusivamente dalle vendite di un album o di un singolo, sia sul mercato tradizionale che quello digitale. Nei vari Paesi del Mondo esistono diversi criteri per la certificazione delle vendite dei dischi musicali. In alcuni Paesi vengono assegnati anche i Dischi d’Argento e i Dischi di Diamante, riservati agli album più venduti. In Italia l’ente che si occupa di certificare le vendite e assegnare i relativi premi è la FIMI (Federazione Industriale Musicale Italiana).
L’assegnazione dei premi avviene in tutti i Paesi in funzione delle vendite, ma i criteri e i numeri da raggiungere possono variare con il tempo e da Nazione a Nazione. Il primo Disco d’Oro fu assegnato negli Stati Uniti dalla RIAA nel 1942 per 1 milione di copie vendute. Negli ultimi anni, soprattutto a causa della crisi del mercato discografico, i numeri necessari per ottenere i diversi riconoscimenti sono più volte stati rivisti al ribasso. Oggi in Italia sono necessarie 25.000 copie vendute per far ottenere ad un album, a un singolo o a una compilation il Disco d’Oro, mentre ne servono 50.000 per il Disco di Platino. Ogni 50.000 copie vendute si ottiene un ulteriore premio, come Doppio o Triplo Platino, fino ai 500.000, che danno diritto al Disco di Diamante.
Le attuali soglie necessarie per vincere i Dischi d’oro e di platino sono state fissate dalla FIMI nel 2014. Attualmente queste
comprendono anche l’acquisto di copie digitali, ovvero il download di album e singoli, e la vendita di supporti fisici (tradizionalmente il CD) attraverso internet. Il sistema conteggia come copia venduta anche un album ascoltato in streaming via web, ma solo tramite piattaforme con servizio ad abbonamento, come Spotify Premium, mentre non vengono conteggiati quelli che avvengono in versione free.
L’inclusione degli ascolti tramite streaming, che in Italia è stato introdotto solo a Gennaio 2018, serve a tenere il passo dellecertificazioni con le tecnologie usate per la fruizione e soprattutto la distribuzione della musica. Se un tempo era sufficiente conteggiare i CD fisici venduti per avere un’idea chiara del successo di un album o un singolo, si sono dovuti in seguito includere i download digitali ed oggi anche lo streaming, che sta rapidamente superando, come numero di fruitori, sia la vendita di CD, ormai quasi residuale, che quella del download a pagamento.
Ad occuparsi materialmente del conteggio delle copie vendute e ascoltate in streaming è la GfK, una multinazionale che si occupa di ricerche di mercato in moltissimi ambiti, fra cui quello discografico. Quest’ultima comunica i dati di vendita settimanalmente alla FIMI, che provvede di conseguenza a rilasciare le certificazioni come i Dischi d’Oro e di Platino. L’elenco dei premi rilasciati è consultabile online sul sito ufficiale della FIMI.
Scopri i nostri servizi di Mix e Mastering ottimizzati per lo Streaming.